Premiati 104 Fornai Artigiani di Confcommercio provincia di Ravenna
È stata una giornata di Festa per i Fornai Artigiani di Confcommercio provincia di Ravenna che si sono dati appuntamento domenica mattina al Teatro Goldoni di Bagnacavallo per l’evento di categoria.
A quasi quattro anni di distanza dall’ultimo evento provinciale che si è svolto al Museo delle Ceramiche di Faenza, il Sindacato Panificatori ha deciso di organizzare questa iniziativa, nonostante il delicato momento che sta attraversando la categoria, per premiare il lavoro di 104 fornai e la fedeltà associativa.
Sul palco si sono alternati Giancarlo Ceccolini Presidente Sindacato Panificatori Artigiani Confcommercio provincia di Ravenna, Mauro Mambelli Presidente Confcommercio provincia di Ravenna, Eleonora Proni Sindaco di Bagnacavallo, Fabrizio Fabbri Direttore Generale Coap e Roberto Capello Presidente Federazione Italiana Panificatori.
A seguire la premiazione di tutti i fornai presenti, con l’intermezzo di Beppe Braida comico storico di ‘Zelig’ e conduttore di ‘Colorado’. La giornata, in collaborazione con COAP, si è chiusa con il buffet presso il Ristorante Il Giardino dei Semplici di Bagnacavallo
“Abbiamo deciso di premiare il lavoro dei fornai in questo delicato momento che stiamo vivendo tutti, a causa della guerra in Ucraina ed anche per il delicato momento che sta attraversando la categoria per i rincari energetici che stanno pesando enormemente sulle attività ed i prezzi delle materie prime che hanno raggiunto quotazioni stellari - sottolinea Giancarlo Ceccolini. Un momento per stare tutti insieme e per parlare delle problematiche della categoria. Non c’è solo il prezzo del grano, schizzato a livelli mai raggiunti, ma anche sulle altre materie prime che noi utilizziamo quotidianamente. Anche in altri momenti abbiamo assistito ad aumenti, ma per brevi periodi, oggi purtroppo la situazione è diversa e nessuno sa quando si tornerà ad una condizione normale e per questo molti panifici saranno costretti ad aumentare i prezzi.
Ai nostri clienti lo diciamo quotidianamente, non è colpa nostra se i prezzi aumentano, però noi per stare sul mercato, pur riducendo i margini, dobbiamo combattere questa congiuntura sfavorevole.
Non è una situazione facile da gestire per chi fa questo mestiere da tanti anni, forse una congiuntura così sfavorevole non c’è mai stata: per due anni abbiamo dovuto combattere con le restrizioni dell’emergenza epidemiologica e ora con la terribile guerra in Ucraina che ha fatto ulteriormente lievitare i prezzi delle materie prime, anche se a dire il vero l’aumento dei prezzi delle materie prime è già in atto da qualche mese.
Particolarmente preoccupante è oggi l’attuale e purtroppo crescente scarsità di grano (sia tenero che duro), le cui importazioni coprono oltre il 60% del fabbisogno nazionale poiché l’Italia non è in grado di produrne più del 40%.
Il blocco delle importazioni da Russia, Ucraina e Kazakistan, le recenti decisioni di alcuni Governi produttori di grano quali Ungheria e Lituania di bloccare tutte le esportazioni di cereali per garantire il fabbisogno nazionale, hanno drasticamente ridotto le quote disponibili sia di mais che di grano, causando non solo aumenti fortissimi dei prezzi di acquisto ma, ciò che è ancor più grave, il rischio di indisponibilità di farina per la panificazione. A ciò si aggiunga l’ingente accumulo di scorte di mais e frumento da parte della Cina, che coprono oramai oltre il 50% delle disponibilità mondiali.
A tutto questo si somma un fattore importante - conclude Ceccolini: il consumo di pane negli ultimi decenni è sempre stato in calo e le abitudini delle persone sono cambiate. Questo ha inciso fortemente sul nostro comparto che ha dovuto ‘ricalibrarsi’ sul mercato andando alla ricerca di nuovi spazi”.
C’è però anche un aspetto positivo anche se è presto per affermare che c’è un cambio di tendenza dei consumatori: secondo i dati forniti dal report ISMEA (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare) la spesa dei prodotti alimentari nei primi nove mesi del 2021 è cresciuta rispetto al 2020. Buone notizie arrivano anche per il comparto del pane che, insieme ai dolci da ricorrenza, segnano un recupero dei valori di spesa rispetto ai primi nove mesi 2020 (+8%). Il pane fresco che nei primi nove mesi 2020 aveva perso il 10% dei volumi si ritrova ora gradualmente a recuperarli (+15% i volumi nel terzo trimestre), mentre i sostituti del pane che nel 2020 avevano recuperato il 7% perdono ora l’1%, rimanendo comunque su livelli ancora largamente superiori a quelli del 2019.
In sostanza, nel 2021, i consumi domestici di pane (+8,5% in volume), mostrano una ripresa più che proporzionale della perdita 2020 dovuta agli allentamenti delle misure restrittive.
Relativamente all’atteggiamento sulla scelta di acquisto dei consumatori, l’analisi evidenzia una maggiore positività nelle aspettative per il futuro.