COORDINAMENTO CASE FAMIGLIA E COMUNITÀ ALLOGGIO
Se i reati commessi a Sant’Alberto verranno confermati questi andranno puniti a norma di legge
Pieno sostegno al lavoro di inquirenti e della magistratura ma attenzione a non strumentalizzare l’episodio contro gli imprenditori onesti
Quanto successo nella casa famiglia di Sant’Alberto a Ravenna è un fatto gravissimo che se i riscontri giudiziari ed investigativi lo confermeranno, mette in cattiva luce un intera categoria che al contrario offre un servizio agli anziani
proprio laddove quello pubblico è carente.
Se le violenze rilevate nei filmati degli investigatori verranno confermate occorrerà punire con fermezza i responsabili che si sono accaniti verso persone indifese e di cui dovevano prendersi cura.
Per questo motivo il coordinamento delle case famiglia e comunità alloggio di Confcommercio Ravenna esprime pieno appoggio al lavoro della magistratura affinché le responsabilità siano definite e laddove si riscontrino reati contro persone indifese, siano puniti a norma di legge.
il coordinamento fa presente che personaggi come quelli finiti in carcere per questo inquietante episodio, sebbene espongano nella propria struttura un insegna di casa famiglia non appartengono in alcun modo alla categoria che al contrario, è composta da imprenditori che si adoperano nella cura degli ospiti e nella creazione di condizioni di socializzazione e relazione dell’anziano con gli altri anziani presenti in struttura.
Il lavoro dei nostri associati avviene nel rispetto delle patologie e delle condizioni che hanno costretto l’anziano ad abbandonare la propria abitazione in stretto coordinamento con i medici di base che sono coloro che determinano gli eventuali piani terapeutici degli anziani.
Le case famiglia infatti così come definito dal Regolamento Comunale di Ravenna sono “comunità di tipo familiare con funzioni di accoglienza a bassa intensità assistenziale, che accolgono utenti anziani in difficoltà, per i quali la permanenza nel nucleo familiare sia temporaneamente o permanentemente impossibile o contrastante con il progetto individuale”.
Il coordinamento invita inoltre tutti coloro che si interessano ed interesseranno a questa vicenda a non strumentalizzarla in alcun modo nei confronti di una categoria fatta da imprenditori onesti che hanno creato tanti posti di lavoro, limitandosi unicamente a riferirla per quanto avvenuto realmente ovvero della condotta inqualificabile di alcune persone che potrebbero aver commesso un reato.
Per fare maggiore chiarezza il coordinamento case famiglia e comunità alloggio ha già chiesto sin dalla sua costituzione a Regione Emilia Romagna e Comune di Ravenna di rivedere l’attuale regolamentazione che così come è attualmente definita, lascia troppi spazi alla libera interpretazione di chi è incaricato di effettuare eventuali controlli e non riconosce le esigenze delle imprese del settore che trovano un mercato profondamente mutato rispetto a quello di quando la norma regionale fu concepita.
Il coordinamento sta lavorando anche per definire principi di qualità degli associati e di garanzia degli ospiti e delle loro famiglie affinché chi lavora professionalmente su questo settore non possa più in alcun modo essere oggetto di giudizi affrettati ed espressi senza riflettere come si è letto in alcuni siti in questi giorni.
Se nonostante quanto scritto vi fossero ancora dubbi si invitano i giornalisti o i politici che si occupano di questo settore a prendere contatto con la segreteria del coordinamento presso Confcommercio Ravenna 0544515611 per poter concordare una visita per vedere dal vivo come operano e funzionano le case famiglia e le comunità alloggio associate.
UFFICIO STAMPA