SIB: "SENZA INDENNIZZO NESSUNA GARA"

Il Consiglio di Stato ha "bocciato" le nuove proroghe alle concessioni balneari decise da diversi Comuni. Capacchione: "Sui balneari gran polverone, complice la campagna elettorale già in atto"

Con la stagione estiva alle porte, arriva un nuovo capitolo della lunga diatriba per le concessioni balneari. Il 30 aprile scorso, il Consiglio di Stato ha infatti confermato la scadenza delle concessioni demaniali

per le spiagge al 31 dicembre dello scorso anno, togliendo quindi la possibilità alle amministrazioni di concedere ulteriori deroghe. La decisione si richiama "ai principi della Corte di Giustizia Ue" per dare "immediatamente corso alla procedura di gara per assegnare la concessione in un contesto realmente concorrenziale". Nella sentenza si sottolinea che la risorsa spiaggia "è scarsa", al contrario di quanto sostenuto dal Governo nella mappatura inviata a Bruxelles e portata a motivo della mancata applicazione della Bolkenstein.

Nessun accenno all'indennizzo previsto per gli attuali concessionari e questa circostanza, di fatto, "impedisce la messa a gara delle concessioni demaniali marittime vigenti" ha spiegato il presidente del Sindacato dei balneari (Sib) Antonio Capacchione, che ha poi aggiunto: "si tratta oramai di un orientamento giurisprudenziale e di decisioni che impediscono ogni fuga in avanti dei Comuni. Mi auguro che, come ripetutamente promesso, il Governo emani quanto prima una legge".

Il modello in vigore oggi per le concessioni demaniali è "un modello di grande successo che il mondo ci invidia e che non permetteremo a nessuno di distruggere" ha aggiunto Capacchione che ha poi concluso, "il Consiglio di stato dice, anche, che non può essere bandita la gara in assenza di una previsione riguardante il diritto all'indennizzo per i concessionari attualmente operanti. Vinceremo questa nostra battaglia per difendere il lavoro, le aziende e la balneazione attrezzata italiana".

Oltre 5mila balneari a Roma per difendere aziende e lavoro

"Non manifestiamo contro il governo, ma sollecitiamo le istituzioni nazionali a legiferare con urgenza. È assolutamente necessario e improrogabile superare il caos amministrativo per mettere in sicurezza un importante settore economico del Paese, composto, prevalentemente, da piccole e medie imprese a conduzione familiare che il mondo ci invidia”. Sono le parole che Antonio Capacchione, presidente del Sindacato italiano balneari aderente a Fipe/Confcommercio, ha pronunciato davanti ai 5mila imprenditori che hanno riempito l'11 aprile scorso Piazza Santi Apostoli a Roma, convocati dallo stesso Sib e da Fipe/Confesercenti quando mancavano meno di nove mesi alla “deadline” del 31 dicembre prossimo per la scadenza delle concessioni demaniali marittime. In assenza di nuovi provvedimenti, i Comuni stanno organizzando bandi per la riassegnazione delle spiagge, uno diverso dall’altro, nel mentre il Governo ha stabilito che solo il 33% dei nostri litorali è occupato da concessioni. Il problema nasce dall’errata e confusa applicazione della Direttiva Bolkestein, che impone la messa a gara delle concessioni demaniali marittime alla scadenza. Si tratta di una questione annosa, mai affrontata da tutti i Governi che si sono susseguiti negli ultimi quindici anni, che secondo i balneari hanno preferito non risolvere il problema concedendo varie proroghe, poi regolarmente annullate dalla giurisprudenza amministrativa italiana. Manca quindi una legge nazionale per un corretto recepimento della Direttiva Bolkestein che superi quella emanata dal Governo Draghi, tra l'altro inapplicabile vista la mancata emanazione dei decreti attuativi.

“Se non avremo certezze in tempi brevi siamo pronti a mettere in campo ulteriori forme di protesta eclatanti a partire dal prossimo 2 giugno, Festa della Repubblica. Vogliamo difendere a tutti i costi – ha aggiunto Capacchione - il diritto al lavoro sancito dalla nostra Costituzione. Il comparto è fermo, con gravi danni all’indotto: in questa situazione è da pazzi pensare di programmare investimenti per migliorare l’offerta dei servizi di spiaggia. Ne risulterà danneggiato l’intero settore turistico proprio in un momento in cui il nostro Paese sta risalendo le posizioni in ambito internazionale e l’offerta balneare potrebbe fare la differenza per tornare ai vertici del settore”.

 “Siamo stati costretti ad indire questa manifestazione - ha detto ancora  Capacchione - per la mancata emanazione da parte dello Stato di un atto normativo chiarificatore. Ma, attenzione: non sono coinvolte solo le imprese balneari, ma anche ristoranti, chioschi, campeggi, spiagge, insomma tutte quelle strutture che insistono sul demanio sia marittimo che lacuale o fluviale. Esiste poi il forte e concreto rischio di inevitabili contenziosi che gli imprenditori sarebbero costretti ad intraprendere presso le Autorità giudiziarie competenti, ingolfando, di fatto, i tribunali italiani”.

La situazione è gravissima: è in gioco il futuro di centinaia di migliaia di famiglie, di onesti lavoratori che con passione, competenza e professionalità portano avanti da oltre due secoli una tradizione che ogni anno attira sui nostri litorali milioni di turisti. Definiti ‘le sentinelle del mare’, gli imprenditori balneari, grazie anche all’esperienza e al rispetto dell’ambiente con cui lavorano, sono il ‘fiore all’occhiello’ della nostra offerta turistica. Vorrebbero continuare ad esserlo, chiedono troppo?”, ha concluso il presidente del Sib. “È urgente emanare un provvedimento legislativo chiarificatore sulla scadenza delle concessioni demaniali marittime vigenti - ha dichiarato Antonio Capacchione, presidente del Sindacato Italiano Balneari aderente a FIPE/Confcommercio, oggi in occasione dell’Audizione da parte della Struttura delle politiche del mare del competente Ministero.

“Abbiamo colto anche questa occasione per sottolineare l'urgenza di una nuova legge che chiarisca la problematica ed effettui il non più differibile riordino della materia - ha precisato Capacchione - evidenziando che non si può discutere del futuro senza affrontare le problematiche del presente”.

Sib ribadisce: “serve un provvedimento legislativo urgente”

"È urgente emanare un provvedimento legislativo chiarificatore sulla scadenza delle concessioni demaniali marittime vigenti". Lo ha ha dichiarato il 23 aprile scorso il presidente del Sib, Antonio Capacchione, in occasione dell’audizione da parte della Struttura delle politiche del mare del competente Ministero.

“Abbiamo colto anche questa occasione per sottolineare l'urgenza di una nuova legge che chiarisca la problematica ed effettui il non più differibile riordino della materia - ha precisato Capacchione - evidenziando che non si può discutere del futuro senza affrontare le problematiche del presente”.

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