il Resto del Carlino 5 gennaio 2022
«Saldi, aspettative positive. Ma niente boom»
Il sondaggio di Confcommercio sulle vendite natalizie e di fine anno fra i negozianti di Ravenna:
«Il 72% prevede numeri stabili o in crescita»
Vendite soddisfacenti durante il corso dell' anno, stabili a Natale. E per gli sconti, partiti oggi in tutta l' Emilia-Romagna, non bisogna aspettarsi un boom. I dati che emergono dal sondaggio effettuato da Confcommercio Ravenna tra i negozianti del centro storico e della periferia sono chiari: la ripresa c' è, ma non siamo ancora ai livelli pre Covid. Il report analizza l' andamento delle vendite durante tutto il 2021, soffermandosi in particolare sul periodo natalizio e sulle aspettative per i saldi invernali. Partendo proprio da quest' ultimo dato, se il 57,6% dei commercianti prevede una sostanziale stabilità e il 15,1% è fiducioso in un aumento, il 27,3% si immagina invece un trend negativo. Le attese 'pessimistiche' erano il 24,2% per i saldi del 2020 (pre Covid) e solo il 13,4% per il 2019 (non viene considerato il 2021, segnato da maggiori contagi e limitazioni).
Durante questo periodo, per il 36,4% degli intervistati le famiglie spenderanno in media dai 30 agli 80 euro, per il 15,2% dagli 80 ai 120 euro e per il 24,2% si sforerà il 'tetto' dei 120 euro.
Di contro, il 21,2% ritiene che la media si attesterà tra i 15 e i 30 euro, mentre il 3% pensa addirittura che non verranno superati i 15 euro. è soprattutto nella fascia 80-120 euro che si notano le differenze maggiori rispetto agli anni scorsi: nel 2020 erano il 25,1% (dieci punti percentuali in più sul 2022), nel 2019 il 41,9%. è un trend positivo, invece, quello dei più ottimisti, da oltre 120 euro: se quest' anno sono il 24,2%, nel 2020 erano il 17,8% e nel 2019 solo il 6,7%.
I prodotti che si venderanno di più durante il periodo degli sconti - sempre secondo i commercianti - sono i beni utili (63,6%, in deciso aumento rispetto al 53,5% del 2020), seguiti dagli oggetti di marca o fascia alta (21,7%, erano ben il 35,7% nel 2020). In fondo alla classifica troviamo poi i prodotti economici (9,1%), i beni futili (2,9%) e chi non ritiene ci saranno grosse distinzioni (2,7%).
Passando al periodo natalizio, il crollo, rispetto agli anni passati, è evidente. Solo il 68,7% ha dichiarato vendite stabili (53,1%), soddisfacenti (12,5%) o buone (3,1%). Una 'fetta' che nel 2019 aveva invece toccato complessivamente il 78,9%. Lo scorso Natale è stato inoltre negativo per il 21,9% dei commercianti, ai quali si aggiunge un 9,4% che dichiara di aver perfino registrato un 'forte calo'.
Il segno 'più', anche rispetto agli anni scorsi, compare invece quando si parla di vendite complessive durante l' anno. I numeri sono stati soddisfacenti per il 31,3% degli intervistati, stabili per il 34,4% e molto buoni per il 2,8%. A fronte di qualche difficoltà (il 25% parla di 'calo' e il 6,5% di 'forte calo'), il trend è stato comunque migliore del 2018 (quando ben il 49,4% dichiarò dati negativi) e, in parte, del 2019 (in quell' anno i 'soddisfatti' si fermarono al 25,1%, anche se ci furono meno 'scontenti'). «In questo quadro - spiega Mauro Mambelli, presidente Confcommercio Ravenna -, le vendite di fine stagione sono un' occasione per aiutare i negozi di prossimità. Per i saldi scegliamo le attività sotto casa».
Gabriele Bonfiglioli.
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