il Resto del Carlino 30 marzo 2022
Ristoratori sul piede di guerra
«Per noi il macigno resta, oltre a tutti i rincari»
Il presidente Confcommercio e Fipe Ravenna, Mauro Mambelli: «Anche stavolta nessuno ci dà una mano»
Il Green pass è un macigno che ci stiamo portando avanti da tempo, avremmo voluto che ci alleggerissero un attimo, fino alla cancellazione, e invece anche stavolta veniamo penalizzati». Mauro Mambelli,
presidente Confcommercio e Fipe Ravenna, è critico sulla decisione del Governo di mantenere l' obbligo del Green pass per l' accesso ai servizi di ristorazione al banco o al tavolo, al chiuso. «Noi non ci siamo tirati indietro di fronte alle regole - continua -, anzi è stato un secondo lavoro rispettarle ma adesso basta. Chi voleva vaccinarsi lo ha fatto, gli altri invece non si convincono certo per l' obbligo del Green pass al ristorante o al bar al chiuso. Siamo stati utilizzati per questo come per altro e va bene, ci sta.
Ora avrebbero potuto lasciare liberi anche noi, come gli albergatori». Mambelli sottolinea che «come Confcommercio abbiamo portato la questione diverse volte a livello nazionale. Oggi (ieri, ndr) né parlerò anche al Comitato di presidenza. Gli associatisono esausti con questi continui cambi di regole, ma cerchiamo di starci dietro».
Il presidente di Confcommercio e Fipe Ravenna, poi, parla degli imprenditori più penalizzati: «Sono diversi i ristoratori a Ravenna che uno spazio all' esterno non ce l' hanno e che questo mese non potranno accogliere clienti senza Green pass». Ma, come spiega Mambelli, i problemi relativi al Green pass («anche la lettura di quelli cartacei tenuti in borsa o nel portafoglio per mesi diventa difficile» dice) si vanno a sommare a tutto il resto: caro bollette, caro carburanti e aumento del costo delle materie prime. Stiamo vivendo una serie di emergenze, anche per la guerra in Ucraina. Ora tutti i nodi vengono al pettine e i costi di base per il mantenimento di un' attività, già alti una volta, diventano insostenibili».