Servono ristori per la chiusura delle attività a seguito della positività del titolare o dei dipendenti

di Giancarlo Ceccolini*

Non è facile per un’attività trovarsi ad affrontare un’emergenza epidemiologica, come quella attuale, che ci ha imposto e ci impone limiti e restrizioni da quasi due anni. 

 

Da marzo 2020 ci troviamo ‘sospesi’, senza sapere come sarà domani, in una situazione davvero difficile da gestire sia a livello organizzativo che personale, senza la minima certezza.

In questi due anni, molte volte mi sono detto (o forse ho cercato di convincermi, non so) che bisogna guardare con fiducia e speranza al futuro, che il peggio era ormai passato…e niente, tutte le volte mi sono dovuto ricredere. 

Il continuo cambiamento delle regole, i decreti all’ultimo secondo, ciò che era possibile fare e non fare, le preoccupazioni sull’evoluzione di una emergenza che non dava tregua hanno acuito le difficoltà, già di per sé nefaste.

Dopo la scorsa estate ci siamo illusi che forse il peggio era passato, che eravamo arrivati alla fine del tunnel, purtroppo non è stato così e non è così ora, anzi.

Gennaio si sta dimostrando un mese difficile a causa delle quarantene, molte attività stanno facendo i conti con la mancanza di personale e quindi, a ragione, decidono di chiudere o comunque di ridurre l’orario di apertura dell’attività, come anch’io ho fatto. 

Tra l’altro, devo evidenziare che se a dicembre tutto sommato le vendite hanno retto bene, dopo la Befana c’è stato un crollo e ancora sta continuando. 

Di gente in giro se ne vede poca, e ciò a mio parere è dovuto anche ad una rinnovata preoccupazione delle persone per la situazione dei contagi che ogni giorno il bollettino emergenza Covid-19 ci rende noto.

Oramai ognuno di noi conosce almeno dieci persone che sono in quarantena, per fortuna molti senza sintomi, ma questo non cambia la situazione perché la preoccupazione è palpabile.

Se la situazione non cambia, e anche in fretta, molte attività potrebbero trovarsi in seria difficoltà ed è per questo che non sono più rinviabili nuovi ristori (magari anche con regole diverse) a sostegno delle imprese e anche ristori per la chiusura delle attività a seguito della positività del titolare o dei dipendenti, che oggi è probabilmente l’emergenza più attuale.

*Presidente Sindacato Panificatori Artigiani Confcommercio provincia di Ravenna

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