CARLINORAVENNA VENERDI' 24 APRILE 2020
Intervista a MauroMambelli, presidente Confcommercio
«Il plexiglass? A una condizione: solo tra i tavoli e non tra i clienti» «Ed esclusivamente se così si potrà diminuire la distanza tra le persone. Intanto chiediamo almeno l'asporto»
Il #caffè al mattino, la pausa #pranzo, l'aperitivo, la pizza insieme, il brindisi con un bicchiere di vino. Sono riti di una normalità svanita lo scorso 13 marzo, quando il governo ha chiuso ristoranti e bar per il Coronavirus.
A distanza di quasi due mesi gli imprenditori si chiedono quando potranno riaprire: tra questi c' è anche Mauro
Mambelli, presidente Confcommercio provincia di Ravenna e titolare di un ristorante in pieno centro.
Mambelli, c'è chi pensa di non riaprire?
«No. Il clima è incerto: sappiamo che questo è un anno perso, ma vedremo come affrontare le cose. I più dubbiosi sono gli imprenditori del mare».
Come mai?
«Se si ritarda ancora ci sono attività che si chiedono se sia il caso si riaprire per pochi mesi, affrontando le spese fisse per una stagione in cui rischia di non esserci tempo a sufficienza per ammortizzare».
Quando pensa che verranno riaperti i ristoranti?
«Non prima del 10 maggio, ma ci sono varie date. Inizialmente si parlava tra il 17 e il 25 maggio.
Sono tutte chiacchiere di corridoio. Speriamo nell'asporto»
L'asporto?
«Sì. Stiamo chiedendo alla Regione di darci il permesso di fare il ritiro del cibo da asporto, e non solo la consegna a casa. La Toscana parte domani, perché noi no? Sarebbe un bell'aiuto.La consegna a casa è in perdita: ci sono tante spese tra la consegna, il materiale, i viaggi. Sarebbe bello poter partire con l' asporto il 27, e al più tardi contiamo sul 4 maggio».
Su internet girano le foto dei tavoli dei ristoranti coi commensali divisi tra loro dal plexiglass. Assurdo?
«Una bufala. Ma può essere preso in considerazione tra un tavolo e l' altro, se ci può permettere di accorciare la distanza tra i tavoli».
Avete già ricevuto disposizioni sui tavoli da distanziare?
«Non ancora, ma sarà sicuramente così. Ci sono locali, come il mio, dove i tavoli sono compressi. Facendo il mio esempio, io ho prezzi contenuti ma tavoli ravvicinati, perché questo mi permette di accogliere un tot di clienti e coprire così le spese. Se ho la metà dei tavoli dovrei far pagare il doppio ai clienti per avere lo stesso incasso, ma in questo modo il locale cambierebbe fascia di mercato.
Andrò sicuramente in perdita, come tutti».
Ha già calcolato quanti tavoli dovrà eliminare?
«Nel mio locale avevo 19 tavoli al piano terra e 12 nel soppalco. Passerò a 8 di sotto e 5 di sopra.
Il problema è che mancano ancora linee guida. E spero che saranno fatte col buonsenso» Non ci sono ancora regole chiare?
«No. Se ce le fornissero potremmo intanto iniziare ad adeguare i locali per la riapertura. Pensi che ci sono stati degli imprenditori della spiaggia multati perché erano andati da soli a ridipingere le cabine. Per fortuna il prefetto è andato loro incontro, e ora possono farlo».
Come si aspetta la riapertura?
«Faremo il 30% del fatturato di prima. Ci siamo giocati tutto il turismo, chi va in giro? Ma quest'anno è andata così, abbiamo già perso due mesi importantissimi, che con i ponti di primavera costituivano un terzo del lavoro di tutto l' anno. Il governo deve aiutarci o sarà una tragedia.
Sono stati tanto sbandierati questi contributi che dovevano arrivare, e gli aiuti. E senza aiuti Lo Stato ora dovrebbe indebitarsi. Perché se il Paese riparte, poi aiuta anche lo Stato. Ma se il Paese non riparte»