Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) VENERDÌ, 14/06/24

LA VILLA ROMANA MAMBELLI DI ASCOM: «PERCHÉ INTERRARLA? È UN GRAVE ERRORE»

Secondo il presidente dei commercianti la recente scoperta «potrebbe rappresentare un valore aggiunto per la città d'arte»

«Non interriamo tutti i reperti storici che troviamo, ma valorizziamoli in modo adeguato. Nel lungo periodo, potrebbero rappresentare un bel valore aggiunto per Ravenna città d'arte». Si potrebbe riassumere

così il pensiero di Mauro Mambelli, presidente di Ascom Confcommercio che è intervenuto sul tema alla luce della recente scoperta di una Villa Romana a Classe, durante i lavori di scavo per il rigassificatore di Snam. Nell'area di circa mille metri quadrati sono ora al lavoro gli archeologi della Gea Srl di parma sotto la direzione di Sara Morsiani della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Ravenna. Oltre alla splendida struttura sono stati recuperati anche importanti reperti come anfore, ampolle, travetti in legno ben mantenuti che andranno a occupare il loro spazio nelle teche del museo Classis. Cosa ne sarà invece della villa? Probabilmente sarà ricoperta, dopo essere stata sottoposta a rilievo fotografico e ad attenti studi da parte del gruppo di archeologi.
«Un grave errore fare finta di non aver visto tale magnificenza - afferma Mambelli -. Sappiamo tutti che a scavare in città, si trova sempre qualcosa, ma non si può fare finta di niente, adducendo sempre il problema della carenza di risorse economiche e di personale. So che in questo caso, la scoperta è avvenuta in un campo isolato, all'interno di una zona militare che non consente molti margini di manovra.
Ma perché non provare a recuperare ugualmente la villa, anziché sotterrarla definitivamente e mettere un palo con una targa commemorativa? Ravenna ha musei-contenitori come Classis che hanno bisogno di nuovi materiali per poter sperare un domani di far sì che sempre più gente sia invogliata a pagarne il biglietto». La posizione di Mambelli in materia non è nuova, già in passato si era espresso in tal senso quando erano stati ritrovati i resti di una chiesa in piazza Kennedy, anche in quel caso poi ricoperti.
«In tante città come Roma - ricorda - ci sono scavi a cielo aperto laddove possibile, oppure strade con parte della pavimentazione in vetro per consentire di vedere cosa si nasconde sotto. Non si poteva forse adottare questa soluzione in via Salara quando negli anni Ottanta è stato trovato un bel ponte romano sul torrente Padenna? Vederlo mi ha molto emozionato e il pensiero che nessuno dei nostri figli o nipoti potranno mai ammirarlo, mi spiace enormemente.
Va bene che Ravenna vanta già otto monumenti Unesco, ma non sarebbe male aumentare ancora la nostra ricchezza».
Mambelli cita anche un altro esempio, quello della torre civica di via Paolo Costa, che è stata 'mozzata' in passato per stabilizzarla ed evitare il rischio crollo. «Ho saputo che alcuni pezzi smontati - racconta - come il campanile e un paio di bifore sono da tempo custodite in un capannone, in attesa di essere ricollocati. Ma sappiamo tutti che non accadrà mai visto anche quello che sta succedendo a Bologna con le due torri». Roberta Bezzi.

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